IlCorriere.it – Stamina, chiusa l’inchiesta a Torino «Esseri umani usati come cavie»

rassegnaVenti gli indagati. Le accuse: associazione per delinquere, truffa e somministrazione pericolosa di farmaci. Vannoni: «Pronti a riprendere le infusioni»

di Marco Imarisio e Redazione Salute Online

{loadposition addthis} Punto e a capo. La chiusura di quella che era stata definita la madre di tutte le inchieste sul metodo Stamina segna uno spartiacque nella vicenda della contestata cura basata sulle cellule staminali inventata, o meglio, propagandata, da Davide Vannoni. Il professore torinese di psicologia è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata dall’essere in danno al servizio sanitario nazionale, somministrazione pericolosa di farmaci, esercizio abusivo della professione medica, e di altri reati minori. Da oggi, se non altro, il balletto sull’autorizzazione e la proibizione all’uso del metodo, fatto di volta in volta da tribunali del lavoro o amministrativi, dovrebbe risultare più difficile. Gli indagati sono venti: oltre a Davide Vannoni, padre della contestata terapia, tra gli indagati ci sono il suo vice Marino Andolina, biologi, neurologi, il responsabile dell’ufficio ricerca e sperimentazione clinica dell’Aifa Carlo Tomino e otto medici degli Spedali di Brescia (anche Ermanna Derelli, direttore sanitario dell’ospedale bresciano). Tomino ««pur prendendo e dando esplicitamente atto della mancanza della necessaria documentazione ivi indicata….comunicava il primo agosto 2011 al direttore generale dell’azienda Spedali civili di Brescia che non si ravvedono ragioni ostative al trattamento indicato». Il dirigente non avrebbe poi fatto controllare all’Aifa le «dichiarazioni mendaci» di Vannoni permettendo così che la sperimentazione continuasse ad avvenire a Brescia.

I pazienti come cavie

Nell’avviso di chiusura indagine firmato dal procuratore Raffaele Guariniello, che prelude la richiesta di rinvio a giudizio, è scritto che Vannoni avrebbe operato su 101 pazienti «senza eseguire o far eseguire i test necessari prima dell’impiego del prodotto sull’uomo, così indebitamente trasformato in cavia», e «in assenza di qualsivoglia pubblicazione scientifica atta a identificare le caratteristiche del cosiddetto metodo Stamina e a renderlo consolidato e riconoscibile». Vannoni e gli altri indagati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, secondo la procura di Torino, avrebbero operato «in assenza dei prescritti requisiti e delle autorizzazioni necessarie per l’impiego di terapie avanzate al di fuori della sperimentazione clinica, e quindi, della necessaria garanzie di efficacia sicurezza e qualità del prodotto somministrato». «Le predette terapie con cellule staminali – c’è scritto nell’atto di chiusura indagini – risultano non autorizzate dall Aifa, non segnalate ne iscritte nell’apposita banca dati, presso l’Istituto superiore di Sanità». Inoltre tutto sarebbe avvenuto senza «l’adeguata informazione circa la terapia da somministrare, la natura dei trattamenti e i possibili rischi»…leggi l’articolo

fonte: ilcorriere.it

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